Il latte della mamma è con certezza il migliore alimento possibile per un bambino nei primi mesi di vita. Pur con i notevoli progressi che sono stati fatti nella preparazione dei latti adattati, il latte di donna è l’alimento naturale per il lattante: lo nutre in maniera equilibrata, lo protegge dalle infezioni, non lo espone al rischio di allergie, è subito pronto alla temperatura giusta e non costa nulla. Come tutte le scelte "naturali" è quindi preferibile, ma qualche informazione in più di certo non guasta.

Quanto deve mangiare?

Esistono delle regole per calcolare la quantità di latte necessaria per il pasto di un neonato (cioè di una bambino nel primo mese di vita) e di un lattante (cioè di un bambino nel primo anno di vita). Tuttavia, se il bambino mangia dalla mamma molte di queste regole appaiono inutili, in quanto è difficile e poco interessante calcolare la quantità di latte assunto (ed invece, lo stress generato dalla doppia pesata è notevole): attualmente si tende quindi a lasciare il bambino libero di scegliere la quantità di latte per pasto e quindi il numero di pasti in una giornata, cercando comunque di mantenere un intervallo ragionevole (almeno due ore). Bambini più vigorosi faranno pasti abbondanti e meno frequenti; al contrario, bambini più piccoli o pigri preferiranno tanti pasti piccoli, magari intervallati da un sonnellino.

La quantità di latte per pasto, così come la durata stessa del pasto, non hanno quindi particolare interesse: molto più importante è verificare che sia regolare la crescita del peso (misurato una volta alla settimana, sempre alla stessa ora, con gli stessi indumenti, senza pannolino e prima del pasto).

Alimenti sconsigliati

Premettiamo che non esistono cibi davvero sconsigliati alla mamma che allatta. Ci sono però cibi che, per le loro caratteristiche chimiche, possono dare un particolare sapore al latte (così come impattano sull'alito della mamma), quali ad esempio: cavoli, aglio, cipolla, asparagi, peperoni e cetrioli.

Poi ci sono cibi maggiormente coinvolti nelle allergie (la cui esclusione dalla dieta della mamma deve essere motivata), quali:  fragole, uva, ciliege, pesche, albicocche, spezie, formaggi fermentati (gorgonzola, brie) crostacei, molluschi e selvaggina, cacao. 

Farmaci permessi

In genere, durante l’allattamento, così come in gravidanza, è preferibile evitare di assumere farmaci; in caso di necessità, comunque, è possibile utilizzare alcuni farmaci senza particolare rischio. Come antidolorifico-antiinfiammatorio o per la febbre si può assumere il paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan) o l’ibuprofene (Moment, Brufen); come antibiotico, va bene l’amoxicillina (Velamox, Zimox); non c’è alcun divieto per le vitamine, i fermenti lattici o le terapie dermatologiche comuni (creme, anche con cortisone), né per gli aerosol con cortisonici (Clenil-A) o mucolitici. In qualsiasi caso, è comunque preferibile sentire il parere del medico prima di iniziare una terapia.

E quando il latte finisce?

La mamma può continuare ad allattare il bambino anche per molti mesi: non è un problema la ripresa del ciclo mestruale, né il divezzamento. Quando però, per i motivi più vari, il latte non è più sufficiente, è necessario integrare l’alimentazione con un latte adattato.

Come capire se è arrivato questo momento?

I primi segni possono essere una evidente insoddisfazione del bambino dopo la poppata (si attacca a lungo e si stacca "arrabbiato"; non tiene più il solito intervallo fra i pasti), soprattutto verso sera: ma, a volte, bambini più piccoli o particolarmente tranquilli possono accettare il periodo di "magra" senza protestare troppo. Oppure, la mamma può sentire di non avere più il seno gonfio come prima (però, il sentirlo ancora pieno non è una prova che tutto va bene). Un altro segno può essere la comparsa di stipsi in un bambino prima regolare. Infine, talvolta l’unica spia è la scarsa crescita del peso al controllo periodico.

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