Ho la prima figlia di tre anni, nata prematura. Dopo il parto durante la degenza ospedaliare in un reparto prematuri, le viene diagnosticata una emorragia cerebrale, la quale rassorbendosi da origine ad un idrocefalo. Attualmente la bimba è molta attiva e partecipe alla vita familiare e sociale anche se ancora non cammina e non parla, nonostante abbia i fonemi. Voleovo chiederVi se per favore potevate darmi qualche consiglio su come accelerare il recupero motorio di "Francesca". Un ultima domanda, è un anno che la bimba ha manifestato crisi convulsive. Infatti prende [nome farmaco, contenente Valproato sodico] 100 mg due volte al di; dalle analisi di dosaggio il valore è "55". Perchè ogni tanto contiunuano queste crisi anche se leggere?
Dalle scarse notizie si deduce che la piccola Francesca ha presentato un'emorragia intraventricolare del prematuro. Questa situazione clinica, specie nei neonati prematuri di peso inferiore a 1500 gr, si presenta in una percentuale ddel 40%. E' importante la valutazione del grado di emorragia intraventricolare del bambino prematuro per poter quantificare la gravità (se è isolata; se si è presentata senza o con dilatazione ventricolare; se è associata alla dilatazione centricolare, anche una emorragia intraparenchimale). Chiaramente la sintomatologia del neonato è in rapporto a questo grado di gravità e la presenza di crisi convulsive in epoca neonatale indica che l'emorragia ha intaccato il parenchima cerebrale. Inoltre, tutti i neonati con emorragia intraventricolare corrono il rischio di un idrocefalo progressivo.
Da quanto riferisce il padre della bambina, mi sembra che la situazione sia ormai stabilizzata: la bambina presenta una discreta partecipazione e relazione all'ambiente; è presente un danno motorio e un ritardo del linguaggio. Le sequele neurologiche sono in rapporto all'entità del danno neonatale. In ogni caso, attualmente all'età di 3 anni, è necessario rivalutare (se non è stato già fatto) tuitta la situazione neuropsichica della bambina, rivalutando certamente una RMN (risonanza magnetica nucleare) cerebrale. E' necessario una presa in carico globale della piccola, sia per quanto riguarda il trattamento riabilitativo motorio (che deve essere fatto in maniera continuativa e "mirata"), sia per tutti gli aspetti cognitivi.
E' difficile dare un consiglio specifico "su come accelerare il recupero motorio" non sapendo quello che attualmente sta facendo la bambina. Penso comunque che nella sua città esistano delle ottime strutture di Neuropsichiatria Infantile e di riabilitazione motoria. Per quanto riguarda l'epilessia, le crisi sono secondarie al danno peri-neonatale: bisogna valutare il tipo di crisi, il tipo di EEG e porre una esatta diagnosi di tipo di epilessia. Il Valproato di Sodio è un farmaco antiepilettico che ha un ampio spettro d'azione e può controllare diversi tipi di crisi; ha inoltre, scarsi effetti sulle funzioni cognitive: questo (come il fatto di prescrivere un farmaco in monoterapia) è importante in questi bambini con danno cerebrale. Il dosaggio ematico dei farmaci antiepilettici non riveste nella pratica quotidiana una valore assoluto: è essenziale soprattutto per verificare la tossicità di questi farmaci. Il valore riportato all'ultimo dosaggio (55 gamma/ml) indica, visto l'assenza di effetti avversi e in considerazione della diminuzione delle crisi, che è possibile aumentare la dose del farmaco. In ogni caso, indipendentemente dal valore del dosaggio ematico, la dose di questo farmaco può essere aumentata sino alla massima dose tollerata o sino a 40-60 mg/Kg/die, valutando sempre l'eventuale comparsa di effetti avversi e facendo eseguire perdiodicamente accertamenti ematochimici.
E' possibile, comunque, in queste situazioni cliniche, che le crisi possano (indipendentemente dalle terapie antiepilettiche) persistere. E' importante pertanto che questa bambina sia seguita in un Centro per le Epilessie Infantili qualificato (nella sua città esistono ottime strutture in tal senso).
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