1° domanda: Il mio bambino di un mese, già a partire dalla seconda settimana, manifesta crisi di pianto in coincidenza con le poppate (allattamento artificiale con [nome latte adattato con lattosio]) del pomeriggio e della sera, della durata di circa un'ora. Tale sintomatologia rende particolarmente irrequieto il piccolo che pertanto dorme poco e ciuccia nervosamente la tettarella che gli offro. I pediatri consultati ritengono si tratti di coliche e si sono trovati d'accordo nel prescrivere il [nome farmaco a base di simeticone] per il quale mi sono state consigliate diverse posologie. Inoltre da un pediatra mi è stato suggerito di provare a cambiare il latte con un altro a minore contenuto in lattosio e con presenza di maltodestrine. Vorrei sapere se, sulla base di questa diagnosi, siete d'accordo con quanto mi è stato prescritto e se rimane qualcos'altro da fare.
2° domanda: Sono il papà di una bimba di sette settimane allattata al seno materno. Mia figlia quasi ogni sera e durante la notte soffre e piange molto, stendendosi o più spesso tirando le gambe verso la pancia. Tenendola a pancia in giù sul braccio posso sentire la sua pancia indurirsi o emettere continui borbottii. Ci hanno detto che si tratta di coliche gassose, che possono essere alleviate o con la somministrazione di preparati anti-aerofagi o con tisane pediatriche (in particolare ce ne hanno consigliato una al finocchio). Tra l'altro la vedo sforzarsi molto e dolorosamente abbastanza spesso durante la giornata e soprattutto la sera, e non riuscendo ad evacuare si arrabbia molto e piange. Vorrei sapere come regolarmi con la bimba in queste circostanze, se l'uso di preparati anti-aerofagi è assolutamente necessario, e con che modalità di somministrazione, e se le tisane sono o meno efficaci in queste circostanze (a me sembra non sortiscano alcun effetto).
3° domanda: Sono un medico: mio figlio ha due settimane e presenta le coliche come sono classicamente descritte. So che sono considerate quasi normali. Mi rendo conto che non è una patologia grave e "passa": infatti tra una colica e l'altra il mio piccolo si addormenta beato. Nondimeno non mi spiacerebbe poterne ridurre almeno numero, intensità e durata.
"Se, oltre alla mamma, il lattante è accompagnato anche dal papà, allora ha le coliche gassose". Questa battuta di qualche anno fa (quando era più raro vedere un papà in studio) testimonia tutta la preoccupazione e il trambusto che genera un problema tutto sommato "banale". Il lattante sta bene, cresce bene, si alimenta con regolarità (dalla mamma o artificialmente), ma verso sera comincia a piangere, a scalciare, a svegliarsi gridando, e va avanti così fino a notte inoltrata.
Al mattino, lui che può, dorme profondamente e si sveglia in perfetta forma, affamato e sorridente. La famiglia lo porta dal Pediatra, che non trova nulla di patologico, tranne forse un po' troppo gas nel pancino (meteorismo) e li rassicura. Ma la rassicurazione dura poco, perché la sera dopo si ricomincia con le passeggiate in corridoio e i sorsini di camomilla.
La nonna dice alla mamma: "sarà il tuo latte che non è più buono! Non dovevi mangiare la pizza ieri sera". L'altra nonna aggiunge: "non tenetelo sempre in braccio, che lo viziate: piangere un po' gli fa bene ai polmoni". La zia, che c'è già passata, dice di provare certe gocce. E i genitori (sempre più disperati e con occhiaie profonde) portano il figlio (sempre più rotondo, perché ha scoperto che mangiando il dolore gli passa e quindi mangia come un leone) ancora dal Pediatra, o magari da altri Pediatri, o magari scrivono a Pediatria On Line.
Ma cosa sono le coliche gassose dei neonati?
Le coliche gassose del neonato sono crisi dolorose che si manifestano ad ondate, soprattutto verso sera, con irritabilità, agitazione e grida che durano almeno 3 ore al giorno per almeno 3 giorni la settimana; iniziano verso l'età di 2-3 settimane e si risolvono entro i 3 mesi, senza compromettere la crescita.
Che cosa causa le coliche gassose nei neonati?
Come per tutte le situazioni non chiare, le ipotesi sono diverse e probabilmente collegate fra loro: intolleranza alimentare, nel senso di un'allergia alle proteine del latte o di una intolleranza al lattosio (lo zucchero del latte). immaturità gastrointestinale, aerofagia, peristalsi inefficace tensione genitore-neonato: un bambino che fatica a rilassarsi (nervosi si nasce!) e una mamma tesa che non riesce a consolarlo. Ma non è certo facile rimanere tranquilli quando si ha un figlio che passa le sere piangendo; e poi, i sensi di colpa che derivano dal sentirsi inadeguati a calmarlo non aiutano affatto.
Cosa si può fare per evitare le coliche? Funzionano i fermenti lattici?
Il primo e fondamentale passaggio è riuscire a calmare il bambino, consolandolo e rilassandolo. Per fare questo sono leciti tutti i trucchi (ciuccio, passeggiata, tenerlo in braccio, bere camomille o tisane, attaccarlo al seno), senza alcuna paura di generare vizi o cattive abitudini. Per consolare e rilassare il bambino, deve essere rilassata e tranquilla la mamma.
Partendo dalla consapevolezza che il bambino sta bene, che le coliche sono innocue, che prima o poi passeranno, occorre qui migliorare la qualità dell'interazione madre-bambino. Sedetevi in poltrona, piazzate un cuscino sotto il braccio, rilassate i muscoli, parlate con calma, abbassate il volume, non forzatelo a bere o a mangiare a tutti i costi, allontanate tutti quelli che vi stressano. Il bambino capisce subito se la mamma è tesa. Non cercate di imbrogliarlo.
Si possono usare farmaci. L'effetto non è garantito, ma tutti noi prescriviamo farmaci contro il meteorismo da usare con regolarità e farmaci anti-spastici da usare al bisogno, quando proprio non si riesce a calmarlo. Anche i probiotici (i moderni fermenti lattici) rientrano in questa possibilità, agendo sul ripristino della flora intestinale normale. Cambiare latte.
Se il bambino utilizza un latte adattato, è un tentativo praticabile il passare ad un latte con una quota di maltodestrine. In casi limite, è lecito provare anche un latte di soia: se funziona, in futuro occorrerà chiarire se c'è una situazione di allergia. Se invece mangia dalla mamma, vietato smettere.
Infine, strumento spesso utile si rivela il sondino rettale: tenerlo posizionato per dieci minuti aiuta ad espellere il gas e a ridurre il dolore.
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