Il bambino viziato (1765 ca)
di Jean Baptiste Greuze (1725-1805)
olio su tela
San Pietroburgo, Museo Hermitage
Il bambino e il cibo. Quanti trattati sono stati scritti su questo argomento e quante volte noi mamme ci siamo misurate e scontrate sul problema del mangiare: "Mio figlio non mangia, mio figlio non mi mangia", esprimendo così una totale simbiosi con lui. Stiamo male se non apre la bocca, o se rifiuta il cibo, se poi è lento e svogliato intavoliamo delle estenuanti trattative, degne soltanto di un gran capo militare. Il problema del cibo colpisce i nostri più delicati punti nevralgici, intacca le nostre sicurezze e certezze.
Io ho un ricordo molto bello delle prime pappe perché erano molto gradite al mio Carlo che le divorava con una voracità e rapidità da farmi rimanere stupita. Via via però che passavano i mesi la sua attenzione si è spostata dal cibo ad altro ed io continuo ancora adesso la solita tiritela... "Mangia!!!!!"
Avevo scelto per illustrare l'argomento un bellissimo e famosissimo dipinto cinquecentesco del pittore fiammingo Gerard David "Madonna della pappa", conservato a Palazzo Bianco di Genova, una delicata opera che presenta una Madonna che sta imboccando il Bambino Gesù; ma poi mi sono imbattuta in un opera più tarda di un pittore francese Jean Baptiste Greuze, famoso per una certa leziosità e convenzionalità di temi e di pose. La mia attenzione si è risvegliata perché il quadro, che si chiama "Il bambino sprecone", raffigura una deliziosa e simpatica scena quotidiana: il bambino deve mangiare una minestra densa, piena probabilmente di pezzi di pane, probabilmente anche di pezzi di cavolo e lardo come erano le minestre dell'epoca, ma non visto passa il cibo al cagnolino che sta ai piedi del tavolino basso sul quale è posata la ciotola. La stanza è un unico ambiente molto disordinato dove coesistono stoffe e abiti con pentoloni di coccio e stoviglie. Probabilmente una famiglia modesta e povera ma il viso sereno e sbarazzino della madre e suoi vestiti ricchi di gonne e scollature regalano al quadro un tranquillo respiro. L'artista si dedicò ad una pittura di genere domestico e borghese ed indugiò su toni moraleggianti, non esenti da sentimentalismo, che gli valsero però molta fortuna.
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