Recentemente il Corriere della Sera Web ha proposto un sondaggio sul personaggio preferito della letteratura infantile; a sorpresa sono balzati ai primissimi posti della classifica i classici della letteratura, sbaragliando il libro di Harry Potter.

Hanno vinto "I Tre Moschettieri", seguito da Sandokan; in terza posizione si attesta Harry Potter, quindi, con notevole distacco Pinocchio, Pippi Calzelunghe e Mowgli.

Un risultato che ci permette di constatare come i classici della letteratura per ragazzi abbiano lasciato un segno profondissimo tra i giovani di molte generazioni, diventando fedeli compagni di avventure anche per i nostri figli.

Ma quali sono i classici della letteratura per ragazzi? Iniziamo questo viaggio, pescando nel bagaglio dei ricordi che hanno accompagnato la nostra infanzia. Io ricordo ancora le copertine dei libri di avventure per ragazzi che venivano regalati a mio fratello maggiore; ero affascinata da quelle storie che riguardavano le imprese di grandi eroi. Più grandicella, arrivarono anche per me i libri da leggere, i romanzi per giovinette, che divoravo in un battibaleno, sacrificando anche molte ore di sonno. Ma ora come possiamo fare a trasmettere lo stesso amore per la lettura ai nostri figli, distratti come sono da tanti stimoli esterni?

Le Origini: Fedro, Jean De La Fontaine, Charles Perrault.

La letteratura indirizzata ai bambini incominciò a nascere verso la fine del 1700. Prima di questa data la lettura veniva praticata esclusivamente sui libri degli adulti, generalmente la Bibbia, il Catechismo, le Vite dei Santi, i Libri delle buone maniere e di regole morali. Ma un genere letterario che non conobbe mai stanchezza fu la favola che ebbe origine dal greco Esopo (VII-VI a.c.) e ripreso in seguito dal poeta latino Fedro (I sec. d.c.); restò vitale per tutto il Medioevo e il Rinascimento, ma nel 1600 fu rinnovato e portato al successo dal poeta francese Jean de La Fontaine (1621-1695).

La favola "Il lupo e l'agnello" di Jean de La Fontaine

La Favola che segue è una lezione che il forte ha sempre la miglior ragione:

"Un dì nell'acqua chiara d'un ruscello Bevea cheto un Agnello, quand'ecco sbuca un lupo maledetto, che non mangiava forse da tre dì, che pien di rabbia grida: - E chi ti ha detto d'intorbidar la fonte mia così?..."

Contemporaneamente, un altro autore francese del Seicento, Charles Perrault (1628 -1703), stava raccogliendo e rielaborando antichi materiali fiabeschi, tramandati oralmente; un lavoro che portò alla creazioni di fiabe immortali come Cappuccetto Rosso, La Bella Addormentata nel bosco, Cenerentola, Il Gatto con gli Stivali e Pelle d'asino. Nel XVIII secolo, si diffusero su larga scala anche racconti, romanzi e libri istruttivi.

Il Settecento

  • 1719 Robinson Crusoe di Daniel Defoe
  • 1726 I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift
  • 1785 Il Barone di Munchhausen di Rudolf Raspe

Il primo contatto che il bambino stabiliva con il libro avveniva nelle biblioteche di casa. I rampolli di famiglie ricche e nobili si accostavano alle opere degli autori classici attraverso la lettura di Omero, Dante, Ariosto, Tasso, Metastasio e di letterati contemporanei. Un tipo di letteratura certamente non adatta all'infanzia. In Europa: esisteva, tuttavia, una diffusa circolazione di libretti popolari, grazie all'opera di mercanti o ambulanti che offrivano la propria merce nelle pubbliche piazze, alle fiere, nelle osterie dei villaggi o dinanzi al sagrato delle chiese. Vendevano non propriamente libri per bambini, ma opuscoletti, calendari, almanacchi, raccontini relativi a tradizionali eroi popolari come Scaramouche o Gargantua, che raggiungevano lettori di ogni età; le numerose riduzioni di romanzi di avventure per adulti come Robinson Crusoe dell'inglese Daniel Defoe (1719), I viaggi di Gulliver (1726) del grande scrittore satirico Jonathan Swift e lo straordinario Barone di Munchhausen del tedesco Rudolf Raspe del 1786 si possono considerare i primi romanzi che stuzzicarono la fantasia dei bambini.

Le avventure del Barone di Munchhausen

Il barone di Munchhausen era un personaggio realmente esistito: si chiamava Karl Friederick Hieronymus barone di Munchhausen ed era un ufficiale di cavalleria tedesco. Si divertiva a raccontare le sue mirabolanti avventure ai suoi amici. " Su questo lago (sorpresa!) c'erano alcune dozzine di anatre selvatiche. Proprio quello che mi ci voleva, perché per l'appunto, anche quel giorno avevo invitato a pranzo un sacco di amici e conoscenti. "Disgraziatamente avevo nel fucile la mia ultima carica. E per di più le anatre nuotavano molto sparse sulla superficie del lago. Come potevo fare per ammazzarle tutte quante con un colpo solo?. "Idea!. Mi venne in mente che nel carniere dovevo averci un pezzo di lardo che mi era avanzato dalla mia prima colazione della mattina. Mi ci voleva, però, anche uno spago bello lungo. Altra idea fantastica!….".

In Italia, però, queste opere, vennero tradotti ed adattati con notevole ritardo rispetto agli altri Paesi europei, anche perché non in sintonia con l'impostazione seriosa che cominciava a caratterizzare i libri per bambini.

La nascente letteratura per l'infanzia era tutta permeata da un dichiarato intento moralistico: essa doveva insegnare "l'educazione alle buone maniere e alla virtù della generosità, dell'obbedienza, del rispetto dell'ordine sociale e delle sue gerarchie".

Il primo Ottocento

  • 1812 Fiabe dei fratelli Grimm
  • 1820 Ivanhoe di Walter Scott
  • 1832-1872 Fiabe di Hans Christian Andersen
  • 1837 Le avventure di Oliver Twist di Charles Dickens
  • 1844 I tre Moschettieri di Alexandre Dumas Padre
  • 1845 Il Conte di Montecristo di A. Dumas
  • 1850 David Copperfield di Charles Dickens

La prima metà dell'Ottocento fu ricca di capolavori. Da un lato, gli autori si rivolsero al passato e riscrissero le favole tramandate oralmente da generazioni. In Europa: così i famosi fratelli Grimm curarono nel 1812 una raccolta poderosa di tutto il materiale fiabesco della tradizione germanica. Nel contempo, Hans Christian Andersen (1805-1875), in Danimarca tra il 1835 e il 1872, stava pubblicando le sue famose fiabe, tutt'ora amate come Il Brutto Anatroccolo, La Sirenetta, Il Soldatino di piombo.

La Fiaba Rosaspina (La bella addormentata nel bosco) dei fratelli Grimm

C'era una volta un re e una regina che ogni giorno dicevano: "Ah se avessimo un bambino"!. Ma il bambino non veniva mai. Un giorno, mentre la regina faceva il bagno, ecco che un gambero saltò fuori dall'acqua e le disse: "Il tuo desiderio sarà esaudito: darai alla luce una bambina". La profezia del gambero si avverò e la regina partorì una bimba così bella che il re non stava più nella pelle dalla gioia e ordinò una grande festa. Non invitò soltanto i suoi parenti, amici e conoscenti, ma anche le fate perché fossero benevole e propizie alla neonata…

Dall'altro lato, si sviluppò il romanzo per ragazzi che univa, con una miscela perfetta, avventura, buoni sentimenti, valori etici e morali, patriottismo, secondo l'ideale pedagogico dell'epoca. Gli alfieri di questo nuovo filone avventuroso furono tre e ognuno di loro fu iniziatore di un tipo particolare di genere letterario. Walter Scott (1771-1832) con il fortunato romanzo Ivanhoe, considerato il padre del romanzo storico di ambiente scozzese Charles Dickens (1812-1870) che inaugurò il nuovo romanzo sociale, scrivendo con successo Oliver Twist (1837-1838) e David Copperfield (1850). E il grande Alexandre Dumas che rese immortali I Tre Moschettieri nel 1844 e, subito dopo, il Conte di Montecristo nel 1845. Edmondo De Amicis, autore di Cuore, deve il proprio nome a sua madre, grande estimatrice del Conte Edmond Dantes, protagonista del libro di Dumas. Con quest'ultimo ebbe inizio il romanzo di cappa e spada.

Il romanzo di cappa e spada I Tre Moschettieri di A. Dumas

"Furioso d'Artagnan aveva attraversato l'anticamera con tre balzi e si lanciava sullo scalone pensando di scendere i gradini a quattro a quattro, quando, trascinato dalla sua foga, andò ad urtare a testa bassa un moschettiere (Athos) che usciva dall'appartamento del signor di Tréville da una porta di disimpegno; urtandolo alla spalla, gli fece mandare un grido o piuttosto un urlo. "Scusatemi - disse d'Artagnan cercando di riprendere la sua corsa -, scusatemi, ma ho molta fretta". Non aveva ancora disceso il primo scalino che un pugno di ferro lo afferrò per la sciarpa e lo costrinse a fermarsi..."

In Italia: pietra miliare nello sviluppo della letteratura infantile italiana è il libro di Luigi Alessandro Parravicini (1800-1880), Giannetto, del 1837 che ottenne un enorme successo e fu adottato come libro di testo per molto tempo e in varie parti d'Italia. Il romanzo, un eroe proprio concentrato di buone intenzioni, raccontava le vicende di un bambino modello, tutte ispirate ai valori della tradizione ottocentesca e risorgimentale: Dio, Patria e Famiglia.

Come possiamo notare in Italia è difficile conciliare la letteratura di formazione e quella di divertimento, con un'unica eccezione: Le avventure di Pinocchio. Ma questo ci porta già alla seconda parte dell'Ottocento.

Il Secondo Ottocento

In Italia, però, queste opere, vennero tradotti ed adattati con notevole ritardo rispetto agli altri Paesi europei, anche perché non in sintonia con l'impostazione seriosa che cominciava a caratterizzare i libri per bambini. La nascente letteratura per l'infanzia era tutta permeata da un dichiarato intento moralistico: essa doveva insegnare "l'educazione alle buone maniere e alla virtù della generosità, dell'obbedienza, del rispetto dell'ordine sociale e delle sue gerarchie".

  • 1851 Moby Dick di Hermann Melville
  • 1852 La capanna dello zio Tom di Harriet Beecher-Stowe
  • 1865 Alice nel paese delle meraviglie di Carroll Lewis
  • 1865 Il viaggio al centro della terra di Jules Verne
  • 1868 Piccole donne di Louise Mary Alcott
  • 1869 Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne
  • 1876 Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain
  • 1883 L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson
  • 1894 Il libro della giungla di Rudyard Kipling

In Europa e in America: nella seconda metà del secolo si affacciarono nel panorama letterario un gruppo di personalità di grande livello e maturità artistica che diedero un contributo decisivo al successo della letteratura infantile: Jules Verne, Louisa Mary Alcott, Mark Twain, Robert Louis Stevenson, Rudyard Kipling e Carroll Lewis. Fu un momento magico, perché nel giro di pochi anni, uscirono moltissimi romanzi. Si consolidarono quelle caratteristiche proprie della letteratura infantile: la fantasia con il romanzo di invenzione per eccellenza Alice nel paese delle meraviglie di Carroll Lewis, l'avventura unita alla fantascienza con Verne, l'avventura tinta di esotico con Kipling, il senso dell'umorismo e dell'intreccio narrativo con Twain. E i personaggi creati dalla penna degli scrittori si fissarono indelebilmente nel cuore dei piccoli lettori.

Mark Twain stesso racconterà in un suo libro che: "Quasi tutte le avventure narrate in questo libro sono accadute realmente: una o due sono esperienze della mia vita; il resto, di ragazzi miei compagni di scuola. Huck Finn è preso dal vero; Tom Sawyer pure, ma non da un originale unico: è la combinazione dei tratti di tre ragazzi che ho conosciuto". Sono anni frenetici, molto prolifici, come se si fossero spalancate le porte della fantasia.

L'eccezionale produzione dell'inglese Robert Louis Stevenson (L'Isola del tesoro del 1883, la Freccia nera del 1888) precede di pochi anni quella del grande Rudyard Kipling (il Libro della giungla del 1894-95, Capitani coraggiosi del 1897 e Kim 1901), premio Nobel per la letteratura nel 1907; nello stesso periodo di tempo raggiungeva il successo la scrittrice americana Louisa Mary Alcott che con la sua opera principale Piccole donne creò personaggi femminili reali e moderni, con cui le ragazze incominciarono a confrontarsi.

Ma accanto a carriere artistiche lunghe e prolifiche ebbero un seguito di pubblico anche singoli casi letterari come: Incompreso (1869) dell'inglese Florence Montgomery (1843-1923) e Il piccolo Lord (1886) di Frances Hodgson Burnett (1849-1924), mentre in Svizzera venne stampato Heidi (1881) di Johanna Spyri (1827-1901); quasi contemporaneamente. in Francia, uscì Senza Famiglia (1878) di Hector Malot (1830-1907) e nel 1894 Pel di carota di Jules Renard (1864-1910).

Il romanzo per giovinette Piccole donne di Louisa Mary Alcott

"Tu sei abbastanza grande per smettere gli scherzi da ragazzi e per comportarti meglio, Josephine. Non aveva grande importanza quando eri bambina, ma ora che sei così alta e ti annodi i capelli, dovresti ricordare di essere una signorina". "Non sono una signorina e se annodarsi i capelli mi costringe a diventarlo, porterò due code fino a venti anni - esclamò Jo - togliendosi la reticella dal capo e sciogliendo la folta capigliatura castana…".

In Italia:

  • 1881 Pinocchio di Carlo Collodi
  • 1886 Cuore di Edmondo De Amicis
  • 1900 Le tigri di Mompracem di Emilio Salgari

Prima dell'Unità d'Italia era impossibile parlare di storia della letteratura infantile dal momento che non esisteva ancora una nazione. La sviluppo dell'editoria per l'infanzia avvenne proprio con l'unificazione e dovette rispondere all'esigenza basilare di creare una coscienza. Carlo Collodi (1826-1890): "C'era una volta...- Un re! - diranno subito I miei piccoli lettori. - No ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno". Solo Carlo Collodi (in realtà si chiamava Carlo Lorenzini) cominciò a ribellarsi alla tendenza pedagogica della letteratura, a cambiare le carte in tavola, invertendo la direzione a favore della fantasia: nel 1876, creò la figura di Giannettino, un bambino vero, birichino, diverso da quelli a cui ci aveva abituato la letteratura pedagogica fino a quel momento, e cioè seri, giudiziosi, studiosi, un po' saputelli.

Ma siamo a pochi anni dalla uscita di Pinocchio con il quale nasce in Italia la letteratura infantile. Il capolavoro di Collodi uscì a puntate su "Il Giornale per i bambini" il 7 luglio 1881, come Storie di un burattino, titolo poi cambiato in Le avventure di Pinocchio nel 1883.

La decisione di pubblicare a puntate una fiaba per bambini come un moderno romanzo d'appendice fu molto felice ed azzeccata. Questa scelta editoriale portò così tanto successo che Pinocchio fu stampato in Italia senza interruzione (tranne il 1914), in edizioni sempre diverse, accompagnato dalle immagini create da molti importanti illustratori. All'estero venne tradotto in più di cento lingue.

Una curiosità: a Venezia fu data alle stampe, nel 1925, una preziosa edizione in armeno. Edmondo De Amicis (1846-1908) "Coretti fece un passo avanti e strinse la mano al re. La carrozza passò, la folla irruppe e ci divise, perdemmo di vista Coretti padre. Ma fu un momento, subito lo ritrovammo, ansante, con gli occhi umidi, che chiamava per nome il figliuolo, tenendo la mano in alto. Il figliuolo si slanciò verso di lui, ed egli gridò: "Qua, piccino, che ho ancora calda la mano"! E gli passò la mano intorno al viso, dicendo: "Questa è una carezza del re".

Un'altra grandissima affermazione internazionale fu quella ottenuta nel 1886 da Edmondo De Amicis con Cuore che, fino al 1923, vendette un milione di copie. Il libro nacque come un sussidiario scolastico ed ebbe una accoglienza clamorosa da parte del pubblico infantile sia per la sua formula di diario, scritto da un bambino, sia per la sua narrazione corale, formata da vari episodi, che, seppure lunga, permetteva una rapida lettura. E Cuore ha commosso non solo gli scolari dell'Italia umbertina, ma tante generazioni di italiani.

Il romanzo di De Amicis puntava direttamente al cuore, presentando storie patetiche e dolorose, perché servissero da esempio. Emilio Salgari (1862-1911) "Era un uomo di statura alta , stupendamente sviluppato, con una testa bellissima quantunque la pelle fosse assai abbronzata, con una capigliatura folta, ricciuta, nera come l'ala di un corvo, che gli cadeva sulle spalle e due occhi che pareva avessero dentro il fuoco….". Proprio a questo punto entra in scena un grande scrittore di avventure: Emilio Salgari (1862-1911), personaggio dalla vita molto discussa e difficile, con un finale addirittura tragico, ma autore molto prolifico che creò favolosi romanzi ed incredibili atmosfere, pur non essendosi mai allontanato dalla sua città. Anche lui, come Collodi e De Amicis, ebbe grande successo all'estero, con Sandokan, nei vari romanzi che lo vedono protagonista: I misteri della giungla nera (1895), Le tigri di Mompracem (1900) e Sandokan alla riscossa del 1906. Si apre con questo autore una distinzione tra i prodotti indirizzati ai bambini e quelli dedicati agli adolescenti.

La letteratura rosa

Nella neonata letteratura per l'infanzia un posto importante venne occupato da una scrittrice che lavorò con passione alla nascita dei giornali per ragazzi, la vera novità di quei tempi. Ida Baccini (1850-1911) viene ricordata soprattutto per un libro: Le memorie di un pulcino che ebbe un'enorme popolarità. Ma il libro uscì dapprima anonimo, perché l'autrice era giovane - aveva solo venticinque anni - e in più donna. Ma ci sono altre autrici da ricordare che diedero vita ad una produzione didattico-morale per giovinette, come Anna Vertua Gentile (1850-1926) e Sofia Bisi Albini (1856-1919), oppure Virginia Treves Tedeschi (1849-1916), in arte Cordelia, e per continuare Emma Parodi (1850-1918), famosa per le sue fiabe.

Questa letteratura in rosa fu molto importante sia perché cercò di farsi spazio in un settore nel quale spiccavano poche protagoniste femminili, sia perché all'interno di un solido conformismo borghese si delineò una sorta di velata emancipazione ante litteram, forse spinta dall'esempio letterario della Alcott che, molto presto tradotta in Italia, "dette uno scossone all'immaginario femminile proposto alle ragazze".

Il Novecento

  • 1900 Il mago di Oz di Frank Baum
  • 1900 Tre uomini a zonzo di Jerome K. Jerome
  • 1903 Il richiamo della foresta di Jack London
  • 1906 Peter Pan di James Mattew Barrie

In Europa e in America

Per quanto riguarda la letteratura straniera marca il secolo un romanzo particolare, fatto di fantasia e di umorismo, come Il mago di Oz dell'americano Lyman Frank Baum (1856-1919), seguito nel 1901 dall'ultimo grande successo di Kipling: Kim. Ma intanto si stava facendo strada uno scrittore americano che, con Il richiamo della foresta del 1903 e Zanna Bianca del 1906, ottenne una grande popolarità: Jack London (1876-1916). Contemporaneamente, lo scozzese James Matthew Barrie (1860-1937) nel 1906 imventò Peter Pan, uno dei personaggi più riusciti. Infine, ricordiamo che nel 1912 fu inventato dal tedesco Waldemar Bonsels (1881-1952) un curioso personaggio, che tanto successo ebbe tra le generazioni dei bambini degli anni sessanta e settanta: l'ape Maja.

Peter Pan di James Mattew Barrie

"… Jane ora è anche lei una comune donna adulta e ha una bambina di nome Margaret. Ogni primavera all'epoca delle pulizie di Pasqua, a meno che nn se ne dimentichi, Peter viene a prendere Margaret e la conduce all'Isolachenonc'é. Qui ella gli narra tutto quanto sa di lui ed egli la ascolta serio e attento. Quando Margaret crescerà avrà una bambina che a sua volta diventerà la mamma di Peter. E così via via avverrà, sempre, finchè I bambini saranno spensierati, innocenti e senza cuore"...

In Italia

L'avventura rappresentava il genere che più appassionava i piccoli lettori; in Italia molti scrittori continuarono a proporre il filone del genere avventuroso, seguendo le orme dei grandi autori come Salgari o Verne; altri invece ripercorsero il solco del verismo e del naturalismo, presentando una infanzia popolare, povera e sfruttata, secondo la lezione di Verga o di Capuana. Sono romanzi, che nonostante il grande successo riscosso, in alcuni casi anche all'estero, non ebbero seguito, per la mancanza di novità che potessero lasciare un segno di cambiamento rispetto al passato.

Yambo e Vamba

Uno dei più originali scrittori per l'infanzia fu Yambo, pseudonimo di Enrico Novelli, figlio del grande attore Ermete, scrittore molto prolifico. Inizia come epigono di Salgari ma in seguito, con uno stile molto vivace e divertente, arriva alla creazioni di personaggi ed situazioni incredibili. (Le avventure di Ciuffettino 1902). Ancora più importante fu il ruolo di Vamba, alias Luigi Bertelli, il creatore di Giannino Stoppani protagonista del Giornalino di Gian Burrasca; sue sono anche le geniali illustrazioni che caratterizzarono maggiormente il personaggio. Il romanzo esce in 55 puntate sul Giornalino della Domenica tra il 1907 e il 1908 e poi in volume nel 1912. Vamba viene considerato fra i primi narratori per l'infanzia puri, tra quelli che fin dall'inizio della loro carriera si qualificarono come autori per l'infanzia. Ciononostante la sua opera si distaccava dal leitmotiv che aveva pervaso tutta la letteratura per l'infanzia: il compromesso tra educazione e ricreazione. È un racconto umoristico: il protagonista racconta in prima persona le sue birichinate, che prendono di mira tutti gli adulti, genitori compresi. Per la prima volta un libro per ragazzi si schiera dalla loro parte.

Il Giornalino di Gian Burrasca di Vamba

"…l'unica cosa divertente che abbia la bambola di mia sorella Maria è il movimento degli occhi che quando è ritta stanno aperti e quando la si mette a giacere si chiudono. Io ho voluto capacitarmi di questa cosa e le ho fatto un buco nella testa dal quale ho potuto capire che il movimento era regolato da un meccanismo interno molto facile a capirsi. Infatti l'ho smontato e ho spiegato a Maria come stavano le cose, ed ella si era interessata alla spiegazione, ma dopo, quando ha visto che gli occhi della bambola erano rimasti storti e non si chiudevano più, si è messa a piangere come se le fosse accaduta una disgrazia sul serio. Come sono sciocche le bambine!…".

D'ora in avanti, però, in Italia e all'estero, sino ai nostri giorni, scenderanno in campo soprattutto scrittori specializzati come Gianni Rodari (1920-1980), considerato un classico della letteratura infantile. A tutti gli scrittori per l'infanzia dobbiamo la creazione di figure immortali come Gulliver, d'Artagnan, Alice, Pinocchio, Gian Burrasca, Peter Pan che hanno reso grande la storia della letteratura infantile, che hanno fatto la storia della fantasia di noi bambini. Sta a noi ora aiutare e guidare i nostri bambini sulla strada della fantasia. Ma come dice Giovanni Raboni sulle pagine del Corriere della Sera: "Sono tutti, lo sappiamo, libri scritti pensando a lettori giovani o giovanissimi; e sono nello stesso tempo, per fortuna e delizia dei lettori di ogni età, degli inesauribili capolavori".

 

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