Nascita della Vergine 1502-1507
Vittore Carpaccio (Venezia ca. 1460/66- 1526)
Bergamo, Accademia Carrara
Ecco il momento successivo alla nascita della Vergine. Tutto è calmo, il peggio è passato: ora si può pensare alla cura della neonata e contemporaneamente al conforto della puerpera. Il pittore veneziano Vittore Carpaccio raffigura l'interno di una ricca casa veneziana. La madre della Vergine, S. Anna, è sdraiata su un letto "a cortine" (a tendaggi), incassato nel muro, come si usava a quei tempi.
Alcune donne si affaccendano nella stanza, ognuna di loro con una precisa mansione da svolgere. Una ancella porta una scodella di brodo di carne, tradizionalmente offerto alla puerpera per rinfrancarla dopo le fatiche del parto e per predisporla all'impegno dell'allattamento.
Un'altra, la più anziana e forse la levatrice, figura centrale del rituale del parto, ha tra le braccia la neonata, avvolta in un panno; si appresta a farle il bagno in una tinozza di legno, ma prima con il gesto della mano verifica la giusta temperatura dell'acqua. Una terza, seduta su una balaustra ricoperta da un tappeto, srotola le fasce che serviranno ad avvolgere il bambino.
In fondo alla stanza, si apre una veduta prospettica: dietro la porta aperta è possibile vedere una stanza quasi in penombra, dove una donna, davanti ad un camino acceso, sta preparando i panni caldi per asciugare il bambino dopo il bagno.
Ancora più in là un cortile pieno di sole, dove una domestica sta spennando un pollo. Il particolare del pollo e i dei due conigli davanti alla porta aperta stanno forse a significare che la dieta della puerpera, che deve affrontare l'allattamento e l'allevamento del proprio figlio, deve essere varia ed equilibrata.
È questo un modo attento di descrivere gli eventi, un racconto illustrato, un'immagine realistica della società del tempo.
Ricordiamo che S. Anna, la madre di Maria, per tradizione popolare, è sempre stata la santa protettrice del parto.
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